Non è stato facile trovare molti quadri in cui la protagonista fosse la chiave. Quelli che ho trovato, qui di seguito, sono sette tele che mostrano i vari simbolismi della chiave quando appare in pittura. Le prime due opere si collocano in un ideale grado "zero":
Samuel van Hoogstraten, 1670 |
L'interno di una casa, la vista di un corridoio che dà su una sala, delle pantofole abbandonate davanti all'ingresso e un mazzo di chiavi rimaste appese alla toppa della porta. Il tema è lo still life che ritrae la vita domestica. In quest'opera la chiave è semplicemente una chiave e racconta semplicemente un episodio comune all'interno di ogni casa.
Pieter the Hooch, At the Linen Closet, 1663 |
Anche in questa tela è rappresentata una scena di vita domestica, la chiave è inserita nella serratura che chiude l'armadio dove vengono conservate le lenzuola di lino.
Pieter Paul Rubens, S. Pietro, XVII sec, Museo del Prado, Madrid |
Le chiavi sono anche l'importante attributo che identificano San Pietro: una chiave è d'oro ed apre i cancelli del Paradiso, mentre l'altra, d'argento, apre quelli degli inferi. In quanto custode delle chiavi è lui a decidere chi può andare "su" o "giù". La chiave quindi diventa un simbolo di identità e di potere.
Il martirio di S.Giovanni Battista, Guercino, XVII sec |
Le chiavi del carcere in cui era rinchiuso Giovanni Battista sono qui testimoni del martirio del santo, invece di liberarlo lo consegnano nelle mani del suo boia. In questo caso sono strumento di condanna, al pari delle manette e della gogna.
Jan Steen, La Lezione di Clavicembalo, 1660 |
Vanitas, Pieter Claesz, 1630 |
Il soggetto è natura morta, una vanitas che riflette sul tema della vita e della sua caducità.
La chiave legata al nastrino di raso blu serve a dare la carica all'orologio che è appoggiato lì accanto che sostituisce la classica clessidra. Quindi in quest'opera la chiave diventa la speranza di poter perpetuare la vita, ricaricando l'orologio, una possibilità debole, infatti vediamo la chiave scivolare giù dal tavolo verso il vuoto.
Diego Vélasquez, Le Lance, 1634-35 |
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